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Le note dell''avventura di Pendragon che diverrà Il Sogno del Centurione (foto di Francesco Nepitello) |
Francesco Nepitello è diventato uno degli autori italiani di giochi più noti anche all’estero grazie al lavoro su titoli molto celebrati come il gioco di ruolo L’Unico Anello e il gioco da tavolo La Guerra dell’Anello. La passione per l’opera tolkieniana sembra scorrere potente (per usare un riferimento a un differente universo fantastico) in Francesco ma non è l’unica dal momento che il suo esordio come autore professionista fu nel 1993 come co autore del celeberrimo gioco di ruolo Lex Arcana (di cui si prepara una nuova edizione, a un quarto di secolo dall’uscita della prima). Lex Arcana si ambienta in un impero romano mai tramontato nel V secolo dopo Cristo grazie alla magia e alle divinazioni ma comunque sempre minacciato da pericoli anche di ordine sovrannaturale, contro i quali opera la Cohors Auxiliaria Arcana. Approfondiamo quindi la storia del gioco e chiediamo qualche anticipazione sulla futura seconda edizione.
Ciao Francesco. Incominciamo con il dire che Lex Arcana non è stata la tua prima opera creativa legata all’antica Roma, perché tu creasti con Marco Maggi (nella forma semi amatoriale dei primissimi anni ’90) un’avventura per Dungeons & Dragons chiamata Il Sogno del Centurione… Vuoi dirci qualcosa di più di questa creazione?
Il Sogno del Centurioneè nata come un’avventura per King Arthur Pendragon (il celeberrimo gioco di ruolo basato sulla saga La Morte d'Arthur scritto da Greg Stafford ed edito dalla Chaosium N.d.R.), uno dei miei giochi preferiti di sempre. La giocai nel lontano 1989 come parte di una mia campagna, e fu molto apprezzata dai miei giocatori, tanto da farmela riproporre a Marco come avventura per D&D per Agonistika (storico organo di coordinamento degli anni '80 e '90 editore del periodico Agonistika News e coordinatore di un campionato di D&D con migliaia di partecipanti N.d.R.). La ‘contiguità’ del mondo di Lex Arcanacon quello del Mito Arturiano (sono quasi contemporanei nella loro ucronia) ha reso poi molto facile la sua destinazione finale come parte del supplemento Germania per Lex Arcana.
Passiamo a parlare di Lex Arcana. Come nacque il gioco? Si trattò di una idea del gruppo di autori (magari non tutti coinvolti immediatamente…) sottoposta poi a possibili editori o si trattò invece di una specifica richiesta della Dal Negro?
Lex Arcana nacque come diretta commissione di Dal Negro, grazie agli ottimi rapporti che Dario De Toffoli aveva con loro. Dario al tempo era il datore di lavoro mio e di Marco in Studiogiochi, e Leo Colovini un collaboratore fisso. Una volta accettato l’incarico ci mettemmo al lavoro come team creativo, e un po’ alla volta tutti i mattoncini caddero al loro posto.
Puntaste immediatamente sull’idea della Roma antica o c’erano altri possibili universi in ballo per questa prima creazione?
Ci sono state altre proposte. Ricordo un’interessante idea di Leo Colovini che vedeva una sorta di Europa parallela fantasy che oggi avrebbe scatenato indignazione per la poca ‘political correctness’… c’erano elementi come Orchi e Troll in Turchia e altre idee che sarebbero state come minimo discutibili oggi…
Quanto tempo occorse per passare dalla creazione del gioco alla sua effettiva pubblicazione? E come gestiste un gruppo di lavoro composto da quattro autori (tu, Marco Maggi, Dario De Toffoli e Leo Colovini)?
Per i tempi faccio fatica a ricordare, ma non penso che trascorse più di un anno… Il gruppo di lavoro vide me, Marco e Leo incaricati della parte creativa, e Dario De Toffoli investito del ruolo di project manager, nonché di ‘voce critica’: qualunque cosa io e gli altri producessimo doveva superare il vaglio di Dario, che fece in modo che ogni parola scritta fosse comprensibile al 100% anche da un non giocatore di ruolo. Troppo spesso infatti al tempo (ma pure oggi…) i manuali di gioco di ruolo erano scritti con solo giocatori esperti in mente. A tutt’oggi penso che l’apporto di Dario sia uno dei ‘segreti’ del successo di Lex Arcana.
Chi fu in special modo incaricato della progettazione del regolamento vero e proprio ed elaborò il celebre sistema di lancio di dadi?
Il regolamento nel complesso fu creato da noi tutti, ma in particolare si può identificare in Leo Colovini l’idea del ‘punto dado’. Leo era il vero game designer esperto del team. Io e Marco abbiamo imparato molto da lui e Dario in quell’esperienza.
Quale fu l’esito commerciale del gioco? Nel 1993 uscì la scatola base e poi il supplemento Germania, dopodiché più nulla firmato Dal Negro. L’editore si aspettava forse numero più elevati…
Dal Negro si aspettava sicuramente un esito diverso, in base ad aspettative sproporzionate rispetto al mercato dei giochi di ruolo. Ma non si può certo dire che Lex Arcana non sia stato un successo, dato che siamo qui a parlarne dopo venticinque anni…
Aveste difficoltà a ‘riprendervi’ il gioco dalla Dal Negro?
No. Penso che Dal Negro si fosse resa conto di essere entrata in un mercato diverso dal quello per loro abituale e di non essere interessata a proseguire.
Il secondo supplemento, Carthago, venne solo nel 1996 con l’etichetta Lex Arcana Editrice, un intervallo di ben tre anni. Come mai un simile divario di tempo?
Carthago è stato prodotto da noi stessi, in quanto la ‘Lex Arcana Editrice’ non era che una ‘branca’ della società con cui amministravamo il nostro negozio di giochi (La Città della Luna di Venezia, oggi chiuso N.d.R.). Per quanto non sia stato uno sforzo enorme, era comunque molto per noi che non ci occupavamo di editoria.
Lex Arcana poi passò nel catalogo Nexus Editrice. Come avvenne questo passaggio e che risultati diede?
In quegli anni io e Marco iniziammo a collaborare più strettamente con Nexus Editrice e passare loro il testimone sembrò una cosa naturale.
Nexus Editrice pubblicò il supplemento Italia nel 1997, diede spazio (ovviamente) al gioco nelle sue riviste (Kaos e X) ma poi non uscì nulla. Avevate preso in esame già all’epoca l’ipotesi di pubblicare una nuova edizione o magari solo una ristampa in libro? Ed erano in programma altre espansioni per altre province romane o addirittura territori fuori dall’Impero (ad esempio sui Parti, gli arcinemici di Roma in oriente…)?
A quell’epoca io e Marco prendemmo una strada autonoma rispetto a Studiogiochi (e quindi a Dario e Leo) e cominciammo a pensare a nuovi progetti, piuttosto che a continuare Lex Arcana. Il mercato era in evoluzione, e il gioco di ruolo stava entrando in crisi. Un po’ alla volta, io e Marco abbiamo iniziato la nostra evoluzione in autori di giochi da tavolo.
Cala il sipario per molti, molti anni. Lex Arcana continua a essere ricordato con molto interesse, acquista un crescente valore collezionistico, ma nulla si profila all’orizzonte. Nessuno si è mai affacciato a proporre una nuova edizione, magari sulla falsariga di quanto realizzato con Kata Kumbas?
Ci sono state molte proposte, non solamente da ditte italiane, e le richieste si sono molto intensificate negli ultimi tre, quattro anni. Siamo stati spesso tentati, ma solo recentemente abbiamo cominciato a pensare che i tempi fossero maturi.
Nel 2018 finalmente la rediviva Quality Games (con la ‘s’) annuncia che Lex Arcana tornerà con una nuova edizione. Come mai la scelta di riprendere in mano questo italianissimo gioco di ruolo, dopo tanti anni dedicati al solo game design per prodotti di respiro internazionale o per conto di editori esteri e poi arrivati in Italia?
La proposta di Quality Games è stata molto convincente, ed è arrivata nel momento in cui ci stavamo effettivamente chiedendo se non fosse il caso di recuperare il gioco. Sono anni interessanti per il gioco di ruolo, e Lex Arcanaè rimasto un titolo molto ‘moderno’, da molti punti di vista.
Chi si occuperà della nuova versione?
Lex Arcanaè creativamente in mano ad Andrea Angiolino, caro amico e professionista che non necessita di introduzione. Assieme a lui lavoreremo per far ‘sgranchire le gambe’ al vecchio gioco, dal punto di vista della presentazione, dell’ambientazione e delle meccaniche di gioco.
Puoi già darci qualche anticipazione sulla seconda edizione? Quali saranno le principali differenze con la prima? Ad esempio, il regolamento riprenderà in parte quello originale o sarà un lavoro interamente nuovo?
Il nuovo Lex Arcana sarà una versione 2.0, non una versione reinventata. Quindi, ci sarà molto del gioco originario, ma aggiungeremo quanto servirà a renderlo più completo e adatto al mercato di oggi. Dal punto di vista grafico invece sarà completamente nuovo.
C’è già una data approssimativa di uscita?
Oltre alla nuova edizione, avete mai preso in esame la possibilità di pubblicare in versione Print On Demand i (pochissimi) titoli della prima edizione?
Queste domande van fatte a Quality Games!
Grazie per il tuo tempo!
Grazie a te!