La copertina (provvisoria) del libro |
Marco Donadoni è stato una delle colonne dell’International Team e della rivista Pergioco, due nomi che hanno significato moltissimo per il settore del gioco in Italia. Questa breve intervista è dedicata a un libro di ‘memorie’, “Vite in gioco”, dedicato interamente a questa leggendaria casa editrice.
Ciao Marco e grazie per aver accettato di essere intervistato. Per me IT è sinonimo di giochi come Millennium, Zargo’s Lords (il mio favorito di sempre), VII Legio e tanti altri. E’ bello quindi che esca un saggio dedicato a questa mitica azienda. La prima domanda è quindi quasi d’obbligo per chi non la conoscesse: com’è nata l’idea di un libro?
Grazie a te per intervistarmi, direi.
Le ragioni sono diverse.
1) Sono passati più di quarant’anni dalla nascita della IT e più di trenta dalla sua fine. Nove anni, di fatto, in cui ho vissuto (e non solo io) la più bella esperienza della mia vita lavorativa. Un giorno mi sono guardato intorno e mi sono accorto che molti protagonisti di quella esperienza non c’erano più. E che altri sarebbero prima o poi spariti, facendo perdere il ricordo di quanto fosse stato bello aver vissuto International Team.
2) Ancora oggi molti si ricordano della loro connessione ad IT da fuori: da fornitori, clienti o utenti e questo è fonte di giusto orgoglio; non so quanti dei miei critici di allora possono vantare una memoria storica paragonabile… ma sento anche sempre più spesso raccontare ipotesi, a volte mitizzate e spesso inesatte. E vorrei correggere queste fake news, come si dice oggi, raccontando e facendo raccontare da chi l’ha vissuta davvero IT.
3) Tanti ricordano la IT collegandola al mio nome, ma probabilmente se si ricordano di quei giochi è perché erano belli prima ancora che 'buoni'. Quando cito Massimo Petrini come art director della IT nessuno sa chi fosse e questo mi pare profondamente ingiusto. Questo vale per tanti altri che hanno contribuito alla creazione di quei titoli e di quelle avventure di cui si perdono col tempo i ricordi, se uno non fa un nodo al fazzoletto della storia. Eco perché è scritto in prima persona 'alla n', proponendo e a volte inventando/interpretando (quando è impossibile sapere cosa ne pensa chi non c’è più) esperienze e punti di vista di tanti, solo uno dei quali è Marco Donadoni.
4) Per finire (forse) perché un giorno raccontando ad un amico la mia vita di quei tempi davanti a ottimi tortelli ai funghi, mi disse che avrei dovuto scrivere quel che raccontavo perché tutto gli pareva molto interessante di per sé, al di là dei giochi fatti. Una vera base per un libro, per l’appunto.
E qualche tempo dopo, complici la pensione e forse la crisi di un mercato che prima mi impegnava molto di più, gli ho dato retta.
Il libro ti è stato commissionato o è nato da una tua idea?
Una delle componenti principali del mio carattere è sempre stata l’impazienza: se una cosa mi pare bella da fare la faccio, sono sempre stato così, consapevole che quel “la faccio” può avere un costo che devo aspettarmi di pagare in critiche, danaro o pesi emotivi. Se avessi atteso ogni volta che qualcuno mi commissionasse le cose che pensavo di voler fare, ne avrei realizzate meno della metà. E il bilancio che potrei fare ad oggi non mi sarebbe piaciuto, mentre al contrario di quanto ho realizzato sono pienamente soddisfatto, errori compresi. Per di più, attualmente la tecnologia permette di realizzare cose bellissime quasi gratis: ho già scritto più di un libro che ha visto la luce solo in PDF gratuiti, ma così ho avuto modo di sviluppare quella diffusione delle idee di cui scrivevo - molto maggiore di quanto avrebbe potuto avere in formato cartaceo e a pagamento… perché mi interessava molto più comunicarle che recuperane qualche centinaio di euro.
Il ricavo zero per me non è mai stato un problema, magari per chi mi deve/doveva vivere vicino si, ma ho parenti ed amici molto comprensivi. E tanti.
Chi sarà l’editore del libro? Potremo trovarlo solo nei normali canali librari o anche nei negozi specializzati?
Ho tre vie di possibile pubblicazione (pensa quanto sono fortunato): un editore del settore, pure un galantuomo ed amico di lunga data, mi ha dato segni di interessi 'convenzionali'; un amico veramente fraterno, editore in altro mercato, è disposto a stamparmelo a puro costo, lasciandomi la possibilità di distribuire/regalare/vendere/proporre tutte le copie che voglio e in tutti i canali che ritengo opportuni, assumendomene il rischio economico; i responsabili di Lucca Comics & Games mi hanno già dato l’ok per metterlo nel bookshop dell’evento. E sono certo che, a proposito di amici ed eventi, trovare uno stand in cui presentare il tutto non sarà difficile né a Lucca Comics & Games né in altri eventi. Ci possono poi anche essere negozi specializzati interessati a proporlo e presentarlo: quando ero piccolo i giochi si vendevano anche attraverso la presentazione ne I Giochi dei Grandi o Rinascita. E infine c’è sempre la possibilità di distribuire on line.
Per finire mi resta sempre la possibilità, come detto, di metterlo in rete da semplice PDF e regalarlo a tutti quelli che desiderino leggerlo, confermando così una delle ragioni base del fatto di averlo scritto: che la memoria non si perda.
Certo, come mi disse un giorno Randolph, “se qualcuno ti dà dei soldi da una tua opera di ingegno hai un riscontro pratico che non hai realizzato una c*****a”. Lui mi pare non avesse detto c*****a perché era un signore, ma il senso era quello.
Da quante pagine è composto il libro? Sarà anche illustrato da immagini e foto ‘d’epoca’?
Al momento siamo sulle 130 pagine, ma mancano ancora un po’ di elaborazioni e contributi. Ci saranno molte foto da catalogo d’epoca e alcune foto di persone, indubbiamente.
Raccontaci, se puoi, almeno una rivelazione che sarà contenuta nel libro.
Ho pensato di inserire due giochi quasi inediti (nel senso che non li aveva visti quasi nessuno all’epoca). Uno è un astratto, promozionale creato per incentivare gli acquisti IT presso i punti vendita, intrigantemente chiamato Sex Appeal, anche se di sessuale aveva solo il concetto che i due giocatori erano l’uomo e la donna. L’altro un’espansione diciamo 'tattico wargamistica' di VII Legio, pubblicata su Pergioco in due tempi nel 1983: così remoto che non mi ricordavo nemmeno di averlo pubblicato, né di averlo fatto insieme a Roberto Bonsi che sua volta non se ne ricorda.
Chi avrà il libro, in qualsiasi forma lo abbia, potrà scaricarseli dalla Rete senza rovinare il prodotto fisico (se ci sarà) grazie a due link al momento segretissimi.
Un’altra chicca per pochi appassionati è la presenza di tre bozzetti di mio pugno preparati per dare l’idea dei personaggi che poi Cadelo, da maestro, avrebbe dovuto rielaborare per VII Legio.
Infine, con piacere 'spoilero' che ci saranno due introduzioni, una scritta di suo pugno da Sergio Valzania (scrittore di storia, ex direttore di diverse reti RAI, giocatore e vecchio amico) e una di Alessandro Barbero (storico ben noto anche agli spettatori di RAI Storia N.d.R.) che mi ha confessato di aver giocato da giovane a Yorktown (criticato per certi aspetti tecnici relativi all’efficacia della fucileria, ma apprezzato per altri), che ha autorizzato ufficialmente la sbobinatura di un suo intervento ludico alla Statale di Milano dedicato ai boardgame.
Grazie per il tuo tempo!