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LA PRIMA (?) TRADUZIONE IN ITALIANO DI DUNGEONS & DRAGONS

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La 'copertina' della traduzione del Basic Rulebook

Dungeons & Dragons arriva in Italia

La prima edizione italiana di Dungeons & Dragons risale al 1985 quando viene stampato in Spagna, insieme alla versione spagnola, il Set 1 – Regole Base. La produzione e distribuzione di questa scatola mette la parola fine alla ricerca della TSR Hobbies (poi semplicemente TSR) di un distributore all’altezza delle aspettative e dell’impegno finanziario richiesto, grazie al coinvolgimento del colosso del gioco Editrice Giochi. Naturalmente questo non vuol dire che altri produttori o aziende non si fossero interessati a questa licenza di pubblicazione: International Team (ci disse in un’intervista Marco Donadoni), Al Es (grossista di giocattoli non più operativo da decenni che distribuiva in Italia i giocattoli a marchio Advanced Dungeons & Dragons prodotti dalla Ljn Toys), Pacific Enterprise Italia (il predecessore della Stratelibri, azienda di Giovanni Ingellis riconosciuto proprio come traduttore ufficiale italiano del Set 1) e I Giochi dei Grandi (Verona). Ma prima di questa edizione ufficiale su licenza il successo del gioco anche in lingua originale (Nando Ferrari, titolare de I Giochi dei Grandi, ci scrive che a metà anni ’80 solo lui vendeva tra le dieci e le quindici scatole al mese) e l’interesse sempre più grande aveva portato alla comparsa di traduzioni apocrife, non ufficiali e non approvate dalla TSR.

Le traduzioni ‘apocrife’ (non ufficiali) di Dungeons & Dragons

La prima menzione che troviamo di una traduzione apocrifa è nelle pagine della leggendaria rivista Pergiocodove si accenna ad “appassionati che hanno studiato una personale traduzione del regolamento” in un dossier che contiene anche una intervista a Don Turnbull, direttore generale della TSR UK. Con ogni probabilità si tratta della Sinossi di cui ha accennato più volte l’autore ed esperto Andrea Angiolino, una sorta di riassunto creato da un’associazione romana (Fantasy MAM, una ‘etichetta’ che riuniva Agostino Carocci, Massimo Senzacqua – i primi due sono gli autori del gioco di ruolo fantasy Kata Kumbas– e Massimo Longo)) che lancia anche la primissima fanzine italiana di gioco di ruolo, La Voce del Drago. Successivamente è proprio Andrea Angiolino, nella rubrica dedicata a Dungeons & Dragons che tiene sulle pagine di Pergioco con Gregory Alegi, a parlare del Blue Book, un piccolo supplemento amatoriale pensato per Dungeons & Dragons contenente nuovi mostri e una nuova classe di personaggi, l’Incantatrice, scritta proprio dai due curatori. Successivamente sarà sempre I Giochi dei Grandi a curare via via la traduzione apocrifa delle varie scatole di Dungeons & Dragons Classiconella versione di Frank Mentzer, dal Set 1 al Set 5, vendute insieme alle scatole originali e tolte dalla circolazione man mano che la Editrice Giochi procedeva alle versioni italiane ufficiali, con un’apparizione che va dal 1984 (Set 1) al 1986 o 1987 (Set 5). Queste traduzioni circolarono abbondantemente tra gli appassionati del tempo ma oggi trovarle è diventato difficilissimo, quasi mai infatti queste fotocopie sono state conservate per la posterità.

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Una pagina del capitolo sulle classi dei personaggi

Una traduzione apocrifa ‘sconosciuta’!

Abbiamo scoperto grazie alla indispensabile collaborazione di Gian Carlo Ceccoli (collezionista di giochi di simulazione, anima dell’Associazione Sammarinese Giochi Storici) che ne ha una copia originale e di Nando Ferrari (preziosissimo ‘mediatore’, fondatore e per decenni titolare e responsabile de I Giochi dei Grandi) che esiste una traduzione italiana apocrifa antecedente a quella curata da Marco Passarello, intervistato proprio da Dungeon Master Magazine. Questa traduzione non è del Set 1 – Regole Base di Frank Mentzer ma del Basic Rulebook di Tom Moldway, pubblicato dalla TSR Hobbies nel 1981 e contenuto nel Dungeons & Dragons Basic Set. Dopo aver ottenuto e stampato una copia di questa a dir poco pionieristica traduzione abbiamo naturalmente studiato il testo con molta, molta curiosità…

 Innanzitutto, la traduzione (quantomeno la copia che abbiamo) non riporta alcuna data di stesura né il nome del traduttore né riporta alcun riconoscimento di autori, curatori, illustratori e simili presente nel manuale originale. Possiamo quindi stimare, sulla scia della disponibilità del Basic Set, che sia stata realizzata tra il 1981 e il 1983, molto probabilmente – dati i tempi di diffusione di allora del materiale in lingua originale – nel 1982. Non è neppure segnato se sia stata realizzata a cura di un negozio: Giancarlo Ceccoli ci ha scritto che questa traduzione era a cura de I Giochi dei Grandi, ma Nando Ferrari ci ha scritto di aver tradotto il solo Set 1 – Regole Base e non questa versione. Probabilmente è passato troppo tempo…

Altro elemento che abbiamo notato è che non si tratta di una sinossi ma di una traduzione dell’intero Basic Rulebook, come si nota dall’indice presente che peraltro è più completo e accurato di quello del manuale originale (che doveva restare contenuto a una pagina). Naturalmente, la traduzione è battuta a macchina da scrivere ed è lunga oltre centodieci pagine ma senza alcuna illustrazione, mappa o altro presente nel manuale originale. Un altro elemento che ci ha colpito è che nel capitolo 6 MOSTRI non sia presente la descrizione di alcun mostro, pur essendo presenti tutte le regole generali che li riguardano: non sappiamo se si tratti di una incompletezza della copia in nostro possesso o se, per scelta, questa sezione sia stata eliminata. In breve, con la sola traduzione è possibile giocare a Dungeons & Dragons ma ad esempio non si può usare il breve dungeon introduttivo per assenza di tutte le mappe che lo riguardano, pur essendo stato scrupolosamente tradotto nel capitolo 8 INFORMAZIONI PER IL DUNGEON MASTER.

Il testo della traduzione

L’autore (o gli autori?) della traduzione sono certamente appassionati ma non professionisti della traduzione né, sembrerebbe, grandi conoscitori dell’inglese. Il livello comunque ci pare più che accettabile nel complesso, certamente sufficiente a permettere ai giocatori che non sapessero la lingua di provare il gioco più originale del mondo. Tuttavia, alcune scelte oggi fanno sorridere come la traduzione di player character (chiamato “giocatore personaggio” ma anche un più apprezzabile “personaggio giocatore”), l’allineamento Lawful che diviene “Legalitario” e non “Legale”, il mantenimento di molti termini e sigle in inglese (a riprova che le abitudini sono dure a morire?) come PC, NPC, party, caller, mapper, to hit, hit points e altri ancora. Non mancano grossi svarioni come stocking the dungeon che diviene “arredare il dungeon”, orc tradotto con un incredibile “orca” (anziché “orchetto”), rod che diventa “asta” (non “verga”), l’incantesimo cure light wounds che è tradotto come “luce che cura le ferite” e perfino la creazione della categoria del mostro “babau” per  Bugbear e Hobgoblin. Da notare poi scelte di termini diverse da quelle poi adottate da Giovanni Ingellis come la caratteristica Wisdom che diviene “Sapienza” (non “Saggezza”) e la classe del Clericche qui è tradotta come “Religioso” (non “Chierico”), una scelta che troviamo effettivamente più elegante e sofisticata. Le misure sono sempre espresse in piedi, non in metri, probabilmente per mantenere una perfetta compatibilità con i prodotti in lingua originale.

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Traduzione di alcune tabelle del Basic Rulebook

Conclusioni

La scoperta del tutto casuale di questa traduzione del Basic Rulebook di Tom Moldway dimostra che pure in Italia c’era un fermento paragonabile a quello della Francia, testimoniato anche dalle riviste di modellismo militare di fine anni ’70 in cui si inizia ad accennare a persone che si incontrano per giocare i nuovi role playing. I cugini d’Oltralpe hanno infatti avuto la primissima edizione locale di Dungeons & Dragons ma prima di questa a loro volta ebbero traduzioni apocrife allegate alle scatole originali vendute nei negozi di Parigi ma apparentemente oggi irricuperabili. Un piccolo frammento di storia del gioco di ruolo in Italia è  tornato alla luce!


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