di Ciro Alessandro Sacco
pubblicato originariamente su DMM n° 21
IL PERSONAGGIO
Greg Stafford (nato nel 1949) è uno degli autori più noti sulla scena statunitense e internazionale avendo fondato la Chaosium nel 1975 come veicolo per pubblicare il gioco di simulazione fantastica White Bear and Red Moon, ambientato nell'universo fantasy di Glorantha. Sotto la sua gestione la Chaosium ha pubblicato alcuni dei giochi di ruolo più noti e celebrati del mondo: RuneQuest, Il Richiamo di Cthulhu, Stormbringer e Pendragon (riedito nel 2005 dalla White Wolf con l'etichetta Arthaus)sono certo fra i più noti. Sempre sotto la sua gestione prese vita e duro per (purtroppo) solo 47 numeri la rivista Different Worlds, una delle migliori mai edite negli Stati Uniti. Dopo un percorso di ricerca spirituale, Greg Stafford ha abbracciato lo sciamanesimo passando un periodo di 18 mesi in Messico a insegnare l'inglese.
Dopo aver pubblicato nel numero 19 di DM Magazine il grande articolo con il profilo di Giovanni Ingellis, ecco qui il ricordo di un celeberrimo autore ed editore statunitense e una persona che per molto tempo ha avuto rapporti con Giovanni Ingellis.
D: quando lo hai incontrato per la prima volta?
R: ho incontrato per la prima volta Giovanni Ingellis durante una delle prime convention Origins a cui ho partecipato, oh... circa trent'anni fa più o meno. In quei giorni il settore del gioco era ancora abbastanza giovane e ogni anno ci sarebbe stato un'altro gruppo di perfetti sconosciuti a guardarsi in giro nel tentativo di capire come saltare sul carro. Ricordo di aver incontrato questo piccolo italiano chiedendomi se avrebbe superato il primo anno di attività. Bé, ovviamente ce la fece! Presto cominciammo a fare affari insieme e a incontrarci ogni anno alle convention. Dopo un po', diventammo amici.
D: quando stipulaste un accordo rendendo la sua azienda il distributore italiano dei prodotti Chaosium?
R: non ricordo la data precisa, ma fu abbastanza presto. Era ansioso di importare in Italia tutti i giochi migliori.
D: quando ti propose di acquisire i diritti per Il Richiamo di Cthulhu e poi Stormbringer?
R: Giovanni era decisamente sveglio. Ci propose abbastanza presto di pubblicare questi giochi, sebbene non ricordi la data. Si tratta di decenni fa!
D: ci furono progetti per pubblicare un'edizione italiana di altri giochi Chaosium, ad esempio Pendragon (un capolavoro)?
R: Chaosium e Stratelibri lavorarono insieme abbastanza strettamente su molti progetti. Non ricordo se ci furono in particolare progetti per questo gioco, ma non sarei sorpreso se ci fossero stati. Vorrei che si fosse fatto (anche io! N.d.T.)!
D: quando fu siglato l'accordo per produrre giochi di miniature ambientati nell'universo di Glorantha?
R: per cortesia, perdonami se sono un po' vago con le date, ma verso la fine della sua vita Giovanni aveva piani grandiosi per il mercato ludico italiano. Aveva ampliato le sue strutture per la produzione di giochi in italiano e anche le importazioni. Pensava di aprire una catena di negozi (cosa poi verificatasi con i negozi Avalon, il cui marchio oggi è proprietà Counter N.d.A.) in tutta Italia e anche avviare un'azienda di produzione di miniature (anch'essa portata in vita sotto il nome Nemo Miniature N.d.A.). Aveva comprato i macchinari di produzione e gli stampi da un'azienda defunta (la Grenadier Models N.d.A.). Dal momento che eravamo diventati grandi amici e sodali in affari, fummo parte del piano per le miniature sin dall'inizio.
D: come mai i giochi non furono pubblicati?
R: Giovanni era ambizioso e come con molti altri piani il successo era legato al suo coinvolgimento personale. Era impegnatissimo su tutti i fronti, così molti progetti languivano. Quando si ammalò e gli fu diagnosticata la leucemia, non fu più in grado di seguire tutto e molti dei suoi piani si arenarono quando la malattia peggiorò. Subì un trapianto di midollo spinale: questo lo riportò a condizioni di salute decisamente migliori e lui si rituffò immediatamente nei suoi grandi piani. Tuttavia alla fine la malattia ebbe la meglio e non fu in grado di portarli a termine.
D: quando lo sentisti per l'ultima volta?
R: ovviamente la sua malattia gli rese difficile comunicare con tutti. Il mio ultimo, vero contatto con lui fu durante una convention a Milano (Immaginaria 1996 N.d.T.) che egli organizzava e a cui partecipai. Passai un po' di tempo con lui in Italia in quel periodo.
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Greg Stafford alla convention Origins '82 (fonte Different Worlds n° 25) |
D: quale fu la tua reazione alla scomparsa di Giovanni Ingellis?
R: tristezza, ovviamente. Era un amico pieno di vita di cui mi era sempre piaciuta la compagnia. Mi manca ancora.
D: che ricordi hai di lui? Qualche aneddoto?
R: sono ben contento di condividere qualcuno dei miei ricordi. Ve ne propongo alcuni della convention Immaginaria, quando visitai l'Italia nel 1996.
Giovanni era della mia generazione e un giorno stavamo discutendo delle nostre vite negli anni '60. Inizialmente pensammo che le nostre vite fossero state abbastanza simili, fino a quando non iniziammo a discutere delle proteste politiche. Io passai molto tempo a protestare contro la guerra nel Vietnam e per varie questioni legate ai campus, ad esempio ottenere dormitori comuni per maschi e femmine o introdurre bar. Mi disse come lui avesse fatto parte di organizzazioni che dimostravano e combattevano la polizia, protestando contro il fascismo e l'ingiustizia sociale, e come molti dei suoi amici fossero 'scomparsi' nella notte senza che si sapesse più nulla di loro. In seguito gli dissi: “Non abbiamo assolutamente fatto le stesse cose! Tu stavi combattendo contro l'ingiustizia sociale mentre io tentavo di rimorchiare…”.
Durante il mio viaggio in Italia come suo ospite fu un anfitrione generoso e gentile. Fece in modo di potermi far vedere parti di Milano che sapeva mi avrebbero interessato, anche se qualche volta dovemmo visitarle al buio dal momento che la sua scaletta di impegni era molto piena visto che doveva prepararsi a fare partire la convention.
Passammo parecchio tempo ogni giorno dentro questo o quell'ufficio pubblico perché non aveva un qualche modulo compilato come si deve. Ogni volta ci prendevamo un espresso (in italiano nel testo N.d.T., ogni volta aveva un enorme mucchio di fogli di carta da esibire che avrebbe pazientemente mostrato uno dopo l'altro ai funzionari e poi ne avrebbe ricevuti altri, da compilare. Ogni giorno. E poi dopo ci saremmo presi un espresso.
Poi il giorno prima della convention gli fu detto che tutto avrebbe dovuto essere cancellato perché aveva dimenticato di pagare la tariffa per avere i pompieri in servizio nella sede della convention. Ci svegliammo molto presto quel giorno, ci prendemmo un espresso doppio prima di avviarci, ce ne prendemmo un altro dopo aver pagato la tariffa e ci recammo alla convention.
Fu un grande momento incontrare tutti gli appassionati italiani di giochi Chaosium, parlare con loro e autografare i giochi. Le convention sono sempre divertenti e la prima ad avere luogo in un certo posto è sempre un poco più divertente. Inoltre, tutte le persone che incontrai erano fantastiche perché erano giocatori. Celebrare in Italia e con gli italiani – per me è la formula vincente per divertirmi e spassarmela. Pranzammo in un ristorante brasiliano dove la carne veniva servita su spade. Ci mangiammo due volte. Non riuscii quasi a dormire. Bevvi così tanto espresso che pensai di vedere la pipì diventare nera!
Dopo la convention Giovanni volle portarmi a vedere il lago di Como così (insieme a Luigi, uno dei suoi bracci destri dell’epoca – Luigi è Luigi Lo Forti, attualmente giornalista freelance e autore di due romanzi dedicati a Rigor Mortis N.d.T.) partimmo. “E' bassa stagione”, disse, “Non ci serviranno prenotazioni”. Il viaggio fino al lago fu magnifico, con quelle strade serpeggianti, i lunghi tunnel e mi sorpresi alquanto per la velocità con cui le Alpi si innalzavano di fronte a me.
Bé, arrivati a Como scoprimmo che c'era una qualche sorta di incontro di pescatori in città e nessuno degli hotel in cui volevamo pernottare aveva stanze libere. Cominciammo a cercare in alberghi meno di classe e alla fine trovammo l'ultima stanza disponibile in città. Giovanni era in imbarazzo per essere finito così in basso, sebbene io pensassi che non era così brutto come certi posti dove avevo dormito. Trovammo una stanza per noi tre, con il bagno in comune in fondo al corridoio. Giovanni era imbarazzato: era sempre un gentiluomo in tali circostanze. Per me – bé, ero a Como e ciò che vedevo aveva quella magica aura che si percepisce quando tutto è ricco, nuovo e meraviglioso.
Così andammo in un ristorante, ci sedemmo a guardare il pittoresco lago al tramonto, mangiammo cibo eccezionale e bevemmo un poco troppo vino eccellente. La convention fu un successo e, cosa più importante, era finita. Ci trascinammo fino all'hotel, facemmo tre o quattro rampe di scale e tornammo in camera.
Tutto era perfetto, finché Giovanni non si alzò per andare in bagno. Aprì la serratura, girò la maniglia e… non successe niente. La porta era bloccata o la maniglia incastrata. Prima provammo a sbloccarla in due, poi in tre. Giovanni adesso era più impaziente e provò a chiamare la reception, ma non funzionò,. Tutti provammo a fare il numero. Niente da fare. Provai a usare una carta di credito per sbloccare la serratura, poi a scassinarla con il mio coltello tascabile. Giovanni cominciò ad agitarsi nel modo classico di chi deve andare al bagno. Io gli dissi: “Usa il lavandino. Guarderemo da un'altra parte”. Rifiutò. Io dissi: “Va bene, farò saltare i cardini”. Giovanni riprese in mano il cellulare. Mi ero appena messo lavoro sui cardini quando sentii un rumore di passi frettolosi per le scale. Facemmo tutti un passo indietro (non è questo il momento in cui i banditi irrompono nella stanza degli avventurieri?) e la porta si spalancò. Senza problemi.
Il personale dell'hotel si bloccò e il receptionist disse: “Qual'è il problema?”. Giovanni scattò immediatamente nel bagno. Luigi iniziò a spiegare che la porta era fuori uso e per un po' ci fu una discussione – ovviamente era in italiano – che fondamentalmente si articolava su: “Funziona”, “Invece no”, “L'abbiamo appena aperta” e così via. Poi Giovanni uscì dal bagno, parlò al personale nello stesso modo con cui aveva parlato a funzionari pubblici e poco dopo arrivò un operaio che tenne noi (e probabilmente il resto dell'hotel) svegli per un'altra ora o più mentre si dava da fare per sistemare la porta. Però, alla fine, potemmo andare a dormire.
Alla fine scoprimmo che ciò che fece Giovanni fu chiamare a casa la moglie, a Milano, che poi chiamò la reception dell'albergo informandola che i loro clienti avevano problemi al piano più alto.
Nella stessa visita fui iniziato alla pasta puttanesca (in italiano nel testo N.d.T.). Mi piacque davvero il sapore piccante. Poco prima di partire per gli Stati Uniti dissi a Giovanni che mi sarebbe piaciuto avere la ricetta. La moglie si sedette aprendo il libro di cucina e Giovanni me la scrisse in inglese. All'improvviso alzò lo sguardo e disse: “Non puoi farla”.
“Non posso? Perché no?”.
“Richiede olio di oliva extra vergine”.
“E quindi...”.
“Non puoi farla. Ci vuole olio d'oliva extra vergine”.
“So procurarmi l'olio d'oliva”.
“Non quello buono abbastanza”.
“Bé, c'è una gastronomia italiana nelle vicinanze [di casa mia N.d.T.], vendono olio d'oliva e sull'etichetta c'è scritto: importato dall'Italia, olio d'oliva extra vergine. Pensi che basterà?”
“Forse...” disse, finendo poi di copiare la ricetta. La usai quando fui tornato a casa. Giovanni aveva ragione. Non aveva affatto il gusto che la puttanesca aveva in Italia. Forse era colpa dell'olio... (o forse l'olio non era proprio extra vergine... N.d.T.).
D: mi dispiace di averti fatto tante domande, ma Giovanni Ingellis è stato da noi una figura davvero pionieristica e così volevo offrire una visione completa di lui. Il fatto che Greg Stafford lo ricordi lo avrebbe resto certamente fiero e orgoglioso. Aveva sempre avuto un'opinione tanto positiva di te e della Chaosium!
R: sono lusingato nel sentirlo. Ti ringrazio. Giovanni era sempre ambizioso ed era emozionante averlo intorno. Diventammo amici e lo conobbi come un uomo di famiglia onesto, che lavorava duramente e a cui la comunità dei giocatori stava davvero a cuore. Era insomma un giocatore e quindi proprio come me e te.
Maggiori informazioni su Greg Stafford e sulle sue opere sono reperibili a questo indirizzo: http://weareallus.com/games.html